formazione
Il festival è pensato come una piattaforma di relazione, incontro, confronto per la possibile generazione di soluzioni innovative capaci di rispondere ai problemi di aree interne a partire da un forte e inedito coinvolgimento dei giovani.
agorà
La sera i borghi ospiteranno i momenti di restituzione comunitaria dei temi affrontati durante la scuola e nell’ambito dei processi di arte pubblica relazionale, secondo un format aperto che, sovvertendo il modello frontale relatore/spettatore, renda i partecipanti costruttori attivi del discorso attraverso la definizione dei temi e delle domande. Se da un lato la partecipazione dei giovani del territorio verrà stimolata dalla presenza della Community Manager Silvia Di Passio fin dal mese di luglio, dall’altro è sempre affidato a lei in collaborazione con i volontari delle comunità locali il raccordo tra la scuola e il dibattito, tra l’aula e la piazza, mentre gli artisti in residenza offriranno letture inedite e partecipate ai problemi affrontati. Si apre il 3 a Orani il ciclo delle Agorà, curato insieme a Emanuele Curti, dialogando sui temi dell’economia civile per la riattivazione delle comunità.
Il 4 è la volta di Ottana per una riflessione pubblica e partecipata sul futuro e la rigenerazione di aree post-industriali, caratterizzate da disoccupazione, inquinamento, presenza di edifici dismessi e inutilizzati che reclamano nuove funzioni e nuovi abitanti, dalla disgregazione del tessuto sociale, dalla emorragia inarrestabile del capitale giovane, dal disfacimento dei legami comunitari fortemente compromessi dalla crisi economica.
Il 5 a Mamoiada si affrontano invece i temi delle opportunità date dai modelli dell’agricoltura multifunzionale per lo sviluppo locale con particolare attenzione alle forme di “cultural rural tourism”, esempio vincente di connessione tra settori normalmente disgiunti. Mamoiada è un borgo che “abita nelle connessioni e le connessioni” perché ha promosso con successo lo sviluppo di un cluster di beni e servizi e di una offerta integrata e interfiliera a partire dai due asset della cultura e dell’agrigood. Infatti, Mamoiada sperimenta con successo strategie di incoming basate sulla costruzione di pacchetti che alla fruizione culturale legano le esperienze della filiera dell’Agrifood e che iniziano ad aprirsi a momenti di turismo esperenziale capaci di coinvolgere attivamente il visitatore rendendolo un abitante temporaneo dei luoghi che partecipa ai riti comunitari di una società ancora in prevalenza agro-pastorale. Se la residenza di Mara Cassiani esplora i temi della festa, dei riti antichi e di quelli ancora da costruire a partire dalle pratiche spontanee giovanili, e se la scuola mette al centro i temi della cittadinanza attiva e della mobilitazione dal basso, il Talk parte dalle pratiche agricole comunitarie e dalle esperienze di riconnessione della catena di valore a partire dalla valorizzazione delle risorse culturali, offrendo spazi di riflessione sui processi di sviluppo locale delle aree rurali.
Il 6 a Orgosolo si parlerà di beni comuni e di gestione comunitaria del patrimonio, dell’evoluzione della pratica degli usi civici e dei modelli di gestione comunitaria delle terre verso forme strutturate di commoning capaci di promuovere la costruzione di nuovi servizi, la valorizzazione integrata delle risorse territoriali e infine la produzione di valore aggiunto. Se nella scuola verranno affrontati i temi della economia circolare, mentre nell’ambito della residenza di arte pubblica l’artista re-interpreterà le tradizioni e le pratiche di tessitura comunitaria, riflettendo sul patrimonio immateriale e sulle memorie corali, l’Agorà inviterà la cittadinanza in piazza per provare a disegnare qualche traiettoria futuro a partire dalle suggestioni che arrivano dai giovani chiamati ad “abitare le connessioni” , a immaginare l’imprevedibile a farsi costruttori di cambiamento.
Giovani Artigiani di Comunità
Le mattine del festival ospiteranno la Summer School “Giovani Artigiani di Comunità”, quattro giorni di formazione e apprendimento collaborativo sui temi del community management, del protagonismo giovanile, della cooperazione, dell’economia civile, della rigenerazione territoriale su base culturale, delle imprese di comunità, dei beni comuni e delle governance partecipative sostenibili coordinata da Sardarch, dalla Scuola di Economia Civile e dall’Associazione Interculturale NUR. Per quattro giorni venti giovani in presenza parteciperanno alle lezioni itineranti nei borghi coinvolti dal festival e tutte le attività saranno contemporaneamente fruibili da remoto da parte di venti giovani che aderiranno alla open call aperta a livello nazionale tra i partecipanti a Borghi in Festival e con gruppi locali in sintonia con Officine Giovani Aree Interne, sperimentando le opportunità offerte dalla formazione a distanza. La scuola inizierà martedì 3 agosto a Orani con una giornata aperta da Roberto Covolo e partirà dalle politiche giovanili attivate in Puglia con Bollenti Spiriti e sull’esperienza del community manager che Sardarch assieme all’Associazione Interculturale NUR sta sperimentando in Sardegna. Mercoledì 4 agosto a Ottana, Luigino Bruni ed Elena Granata nella giornata ”Comunità, economia e relazioni” approfondiranno i temi legati all’economia civile e al rapporto tra città e ambiente. Giovedì 5 agosto a Mamoiada la tappa su “cittadinanza attiva e mobilitazione” vedrà la partecipazione di Marianella Sclavi, che rifletterà sull’Ascolto attivo e il ruolo decisivo dei giovani per un upgrading della democrazia, e Leonardo Becchetti che aprirà lo sguardo sulla mobilitazione dal basso e i nuovi mercati. Venerdì 6 agosto la chiusura su “Rivoluzione del lavoro e generatività” con Vittorio Pelligra che approfondirà le opportunità per le aree interne offerte del lavoro smaterializzato e l’esperienza di Maria Turtur Minervini che racconterà l’esperienza della Fondazione Guglielmo Minervini che porta avanti pratiche generative a fianco agli ultimi della società. Tutte le attività saranno gestite con metodologie attive e partecipate proprie dell’educazione non formale e sarà data particolare importanza alla dimensione collettiva dell’apprendimento, in continua relazione con gli artisti e con il festival. A conclusione della Summer School verrà rilasciato ai partecipanti un Open Badge Digitale per la certificazione delle competenze acquisite, valido a livello europeo nella rete “Cities and Regions of learning” sull’educazione non formale e le nuove competenze.
orani lab
In questo scenario, si inserisce il fondamentale contributo del DICAAR (Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e architettura dell’Università di Cagliari) chiamato a ragionare su una rifondazione e rimodulazione di spazi di frontiera, di luoghi marginali che sono riscoperti come hub “non per un intervento con qualche scultura, graffito in un angolo che non avrebbe nessun significato e non conterebbe niente, ma per un intervento totale” (Costantino Nivola). Un intervento che restituisca bellezza, appartenenza, conoscenza e centralità a territori ricchi di storia, cultura, memoria, significati.
NIVOLA’S HORSE SCULPTURES ied
Lo IED (Istituto europeo di Design) attraverso un workshop organizzato con i bambini reinterpreterà i cavallini americani di Costantino Nivola, con l’utilizzo di stoffe e il coinvolgimento degli artigiani locali.